giovedì 24 agosto 2017

ti ho amato come ho potuto
affidandoti un'orfana, vuoto di petto,
un secchio, un frutto,  un fiume col cognome, canticchio da canarino
al tuo fischio,
pianto asciutto e lacrime di tufo,
mattoni e tetti,
decine di case con angoli a progetto
persino le liste della spesa
se fosti arrivato per caso alle otto
ogni sera volevo prepararti la cena
o bussare alla tua porta
con una delle mie gramigne o foglie
ancora impigliate in testa,
ti ho tenuto come ho potuto
con un'ancorina da gioco
un'esca con la calamita
per i pesci della sagra
e con la poesia ti ho abbracciato
e ho cercato di toccarti
laddove c'era il tuo posto vuoto
come guardarsi le carezze allo specchio,
ti ho nominato come mia cosa felice
un sasso veramente grosso
dove riprendere fiato dal tuo riso in saliscendi
a chilometri dalla tua bellezza
che infine ho lasciato dov'era
per amarti come si doveva.


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