lunedì 13 febbraio 2017

Per un po' rimasi letteralmente incantata davanti a un meccanico, qui a Vienna, doveva raddrizzarmi un parafango della macchina e riverniciare la parte anteriore della carrozzeria. Per me lui era impenetrabile, di una gravità veramente profonda, immàginati quegli sguardi e quei pensieri forse laboriosi, inceppati! Andai qualche altra volta all'officina e rimasi a guardarlo fare tutti i lavori possibili. Non ho mai visto nessun altro così tormentato, così gravemente ignaro. Qualcosa di impenetrabile. In me sono sorte tristi, balenanti speranze, tristi desideri oppressivi, niente altro, quei ragazzi non lo capirebbero mai, ma non si vuole essere capiti. Chi lo vuole!
Ho sempre avuto tanti timori, non avevo coraggio, avrei dovuto dargli di nascosto il mio numero di telefono, il mio indirizzo, ma davanti a lui ero troppo assorta in un enigma e non potevo farlo. Può essere facile indovinare, se non proprio tutti, almeno uno dei pensieri di un Einstein, di un Faraday, di un qualche luminare, di un Freud o di un Liebig, perché quelli sono uomini senza veri segreti. Ma la bellezza e il suo mutismo sono assolutamente superiori. Quel meccanico, che non dimenticherò mai, da cui sono andata in pellegrinaggio per poi chiedere alla fine il conto, nient'altro, era più importante per me. Per me era lui importante. Perché è la bellezza che mi manca, la bellezza è più importante, io voglio sedurla. A volte cammino per una strada, e appena vedo qualcuno che mi è superiore, non posso fare a meno di seguirlo, ma è naturale o normale questo? Sono una donna o un qualcosa di dimorfo? Non sono del tutto una donna, e allora che cosa sono? [...]
Ingeborg Bachmann, Malina 

2 commenti:

  1. Forse ora ho capito cosa ci facevi nel negozio di articoli per il paracadutismo

    https://youtu.be/V7uZLUn_zjs

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  2. un giorno girerò per tutte le nostalgie.

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