domenica 18 dicembre 2016


I carnefici dormono tranquilli fanno sogni in rosa
probi autori di genocidi già perdonati
dalla corta memoria umana – stranieri e nostri
un vento mite sfoglia le pagine degli album di famiglia
le finestre della casa aperte su agosto l’ombra del melo in fiore
sotto cui si è radunata la stirpe onesta
la carrozza del nonno la gita alla chiesa
la prima comunione il primo abbraccio della madre
il falò nella radura e il cielo stellato
senza segni né misteri senza apocalisse
e così dormono tranquilli fanno sogni sostanziosi
pieni di cibo bevande di grassi corpi femminili
per i giochi d’amore nel folto dei boschetti
e su tutto finisce la voce indimenticabile
una voce pura come una fonte innocente come un’eco
su un ragazzo che ha trovato una rosa in un prato tra i brughi
la campana della memoria non risveglia gli spettri né gli incubi
la campana della memoria ripete la grande assoluzione
si svegliano presto al mattino pieni di volontà di potenza
radono accuratamente le guance da mercanti
dispongono i restanti capelli come una ghirlanda di lauro
sotto l’acqua dell’oblio che lava ogni cosa
spalmano il corpo con sapone di marca Macbeth.

Zbigniew Herbert