sabato 17 dicembre 2016

Dunque era per questo,
per muovere i corpi sotto i lini
d'estate.
Non ricordo, davvero, giochi
sudati nella sera calma.
Non so se prima o dopo
avessi riposato o solo sospirato
al suono ferroso delle cubìe
prima dell'àncora.
Se t'avessi tutta accarezzata
bianca
o baciata agli angoli della bocca
scura e serena
(0) se tu avessi urlato, urlato forte
alle navi che soffiavano sul dire
lontananze ignote
trovavo pace alla finestra
all'angolo perplesso
tensioni di dita smagre e dimenticate.
Potevo ascoltare il libéccio
sulla pietra dura agitare spume bianche
(il mare è anche una distanza)
e guardare in tempo quel vasto prato
dove tu non ne cogliesti che l'acònito.

Claudio Marusco