lori
la tua mano è una vecchietta
venuta dai campi
che sta nella mia, ruvida di erbe amare
e bucce di mele,
c'è un male antico ed è tornato
lori
lo nascondiamo
ma siamo ladruncole
di cose da niente
che ficcano etichette sotto i vestiti
e andiamo tristi e gonfie
tra chi vive e chi ride
tra chi scansa la nostra impassibile e impossibile infanzia
vissuta due volte
una nella felicità storta dei poveri cristi
nei loro balli, nei letti senza castelli
l'altra nelle stazioni di paese
a guardare partire le sere,
lori
ora che cerchiamo nei sacchi
la farina fina del passato
li troviamo bucati
e come chi vuole portare il mare al suo posto
non abbiamo polso
e restiamo azzittite
nella folle impresa
di mostrarci normali
consumando e conducendo
i giorni
come tutti quelli che vivono e ridono
ma sono una sfilza di numeri morti
i piccoli mensili
che tengo sopra il frigo
a domandarmi il motivo
a motivare la domanda
per un'unica vera
chiamata alla terra,
come una
che con te
vive e ride.
Questa la mettiamo nella raccolta Nidi di rondine ( mi è vebita così, d'emblée. Tu comunque tienila da conto
RispondiEliminaun giorno mi era messa in testa di sapere tutto sui nidi, ho letto e letto ma non ho trovato mai un libro esaustivo, forse devo cercarne uno per uno, quello di rondine è il più amato perché è una vera casa
RispondiEliminaTu non sai:
RispondiEliminaci sono betulle
che di notte levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi camminano o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita.
Te l'ho già detto:
i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire
Alda Merini
( Si dai, scrivilo quel libro sui nidi. Un giorno magari diventerà un grandissimo classico come i testi di Leon Battista Alberti )
non mi sento all'altezza di nessun libro sai
RispondiEliminaForse perché quel sacripante di harveyz ( che in teoria dovrebbe ricoprire il ruolo del mental coach ) se ne sta troppo tempo a girarsi i pollici. O il sostituto è un asso della demotivazione
RispondiEliminahttps://youtu.be/YUqU6198b_Y
sono io il mio sostituto
RispondiEliminaAllora scrivi "le memorie dell'oblio"
RispondiEliminaE comunque allora non è un caso se una delle poetesse a cui mi rimanda il ricordo di te è Diane Di Prima ( più nella poesia della caccia al diamante sotto la lingua, certo. Ma considerando quanto hai ora affermato anche in questa:
RispondiEliminaLettera Rivoluzionaria #1
Ho appena capito che il premio sono io
non ho altro
denaro per riscatto, nient’altro da spezzare o scambiare che la vita
il mio spirito dosato, frammentario, sparso
sul tavolo della roulette, ripago quanto posso
nient’altro da ficcare sotto il naso del maitre de jeu
nulla da spingere fuori dalla finestra, niente bandiare bianche
questa carne è tutto ciò che ho da offrire, fare il gioco con
questa testa qui e ora, e quello che vien dietro, la mia mossa
mentre strisciamo sopra questo bordo, proseguendo sempre
(si spera) fra le righe.
touché
RispondiEliminaora le metto qui, come mie sorelle grandi
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