lunedì 21 maggio 2018

aestella, mentre parli sono talvolta così presa dal pensarti da non ricordare la parola che hai detto prima e da non sentire quella che dirai a breve, la partenza e la conclusione,
quella tua concentrazione binoculare sul giovane uomo così solo nelle spese da pagare, nei figli da mantenere, così inerme nella vecchia famiglia in cui è tornato come gatto con le orecchie smangiate, un dente mancante per la lotta d'amore d'aprile,
aestella
che sollievo talvolta, pur se ti viene da piangere, capire che il tuo racconto non è ancora finito e che lo seguirò lo stesso, con lo stesso rapimento del pigmento dell'occhio che vede il neonato.

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