padre, che colpa ha la casa?
ho io la colpa indossata come camiociola
da neonata?
quando finirai di piangere?
ho riempito ogni catino, tazza, vaso,
ho sturato il lavandino
e ancora sei incollata al vetro
della credenza, i segni dei motivi bianchi dentro la ruga
più lunga
il cappello ancora in testa e per tutta la sera
la lettera che sostieni e non riesci a stracciare
né a posare
padre mi vedi ancora aprire e chiudere le mani
come le stelle marine
le medusine rosa
come fu il piangere allora?
perché la casa ti soffoca e mi impicca
c'è ancora il mio occhio nel soffitto
e il ghiaccio dentro il cielo
la fulminea tempesta
che ti porta fuori nel buco della notte?
I fiori li mangia interi
ha mira e volontà il gelo
è pronto da sempre a smarcami
su una gioia
canzonarla
farla sparire ancora
e ancora,
padre
la gioia è la casa o cosa?
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