quando
diventerà
un giorno come un altro
quello in cui dissi
ti amo,
come di solito si dice
con l'aria di chi soffoca
o dentro l'orecchio, con il naso che sfiora il lobo,
o abbassando lo sguardo o incandescendo
o congelando tutto d'un tratto
un giorno come un altro
quello in cui dissi
ti amo,
come di solito si dice
con l'aria di chi soffoca
o dentro l'orecchio, con il naso che sfiora il lobo,
o abbassando lo sguardo o incandescendo
o congelando tutto d'un tratto
o,
di più, di più, costellandosi del brivido,
dell'abbrivio
della mano;
quando sarò così folle
da chiedere indietro
quel preciso secondo,
l'orologio spaccato
con un martello
il tempo iniziato e finito.
quando sarò così folle
da chiedere indietro
quel preciso secondo,
l'orologio spaccato
con un martello
il tempo iniziato e finito.
*
un
improvviso cedimento
del ginocchio
al limite di un rimasuglio
di mattino in cui è piovuto
rivedendo la parte alta del tuo volto
del ginocchio
al limite di un rimasuglio
di mattino in cui è piovuto
rivedendo la parte alta del tuo volto
qualcosa
di sacro e teneramente doloroso:
il
tuo corpo dentro il mio corpo.
*
negli
altri, o alterni modi della felicità
imposto le caviglie in una figura di danza
mentre aspetto il primo caffé
o noto che quell'unico spunto di basilico
è resistito alla frusta del sole
e lo annaffio chiedendogli se ha sete
ed esso mi risponde, sapete;
in quei modi che ha la felicità di rendersi
polvere cosmica,
vite nel rosa dei conventizi,
o se leggo la tua bella scrittura
che diventerà sempre più rudagiosa
per l'effetto contrario del tempo
che non consuma
la grazia, il latticello della tua bellezza
di antica pianta da caucciù o resina densa di pino
che ha racchiuso, un giorno, forte come una lacrima
di commozione
un sepalo di calma, una carezza nel cerchio del seno.
imposto le caviglie in una figura di danza
mentre aspetto il primo caffé
o noto che quell'unico spunto di basilico
è resistito alla frusta del sole
e lo annaffio chiedendogli se ha sete
ed esso mi risponde, sapete;
in quei modi che ha la felicità di rendersi
polvere cosmica,
vite nel rosa dei conventizi,
o se leggo la tua bella scrittura
che diventerà sempre più rudagiosa
per l'effetto contrario del tempo
che non consuma
la grazia, il latticello della tua bellezza
di antica pianta da caucciù o resina densa di pino
che ha racchiuso, un giorno, forte come una lacrima
di commozione
un sepalo di calma, una carezza nel cerchio del seno.
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