mercoledì 5 aprile 2017

Sempre, ogni volta che
ci pareva di aver trovato la risposta a un problema,
uno di noi scioglieva, sulla parete, il nastro dell’antico
rotolo cinese sí che svolgesse e
visibile apparisse l’Uomo Seduto
che tanto dubitava.
Io, ci diceva,
sono Colui che dubita. Dubito che
sia riuscito il lavoro che v’ha inghiottiti i giorni.
Che, quel che avete detto, se detto peggio valga tuttavia
per qualcuno.
Che lo abbiate detto bene e che forse un po' troppo
vi siate, alla verità di quanto avete detto, affidati.
Che sia ambiguo: per ogni possibile errore
vostra sarebbe la colpa. Può anche essere troppo univoco
e allontanar dalle cose la contraddizione; non è troppo univoco?
Allora quel che dite è inutilizzabile. Le cose vostre sono
inanimate, allora.
Siete realmente nel corso degli eventi? Compresi con tutto
quel che diviene? Siete ancora in divenire, voi? Chi siete? A chi
parlate? A chi serve quel che state dicendo?
E, fra parentesi:
vi lascia sobri? Si può leggerlo di mattina?
È anche congiunto al presente? Le tesi
davanti a voi enunciate son messe a profitto o almeno
confutate? Tutto
è documentabile?
Per esperienza? Di chi?
Ma prima di tutto
e sempre, e ancora prima d’ogni cosa: come si agisce?
Pensierosi noi si considerava con curiosità
l'uomo Turchino dubitare dal quadro, ci si guardava e
da capo si ricominciava.

Bertolt Brecht

1 commento:

  1. Maybe they said: over she` s like a rainbow

    https://secondhandsongs.com/forum/thumb/84914/newsitem

    https://youtu.be/vGfZT-_ZXww

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