martedì 11 aprile 2017

Per te, che mi sei stata tolta, che di notte
piangevi a causa mia, in un semplice
abito nero, con spalle infantili,
dono migliore, mai più resomi indietro da Dio,
supplico il passato, il presente,
dormi più profondamente, non singhiozzare nel sonno,
non mi seguire con la coda dell’occhio,
angelo, cerbiatto, falchetto.
Dalle pietre di Sumer, dal deserto
d’Arabia, da quale girone
della memoria, nello sfavillare dell’arroganza
mi stringi forte con un nodo la gola?
Non so dove ora tu regni sovrana,
e non so come rivolgere la supplica,
per perdere ancora il diritto a possedere
il tuo respiro, e le mani, e l’abito.

Arsenij Tarkovskij, da Stelle tardive

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