lunedì 10 aprile 2017

La pura alba così limpida e tenera,
mentre per una volta anche a dicembre
fuggono verso occidente le nubi
oscure, in parte ancora colme, in parte
stracciate e lievi ormai, e la collina
buia rivela a poco a poco i dolci
fastigi d’alberi e di ville pallide:
contempla, prima che mescoli il vento
la folla, gli autobus, le vie affannate,
le acque del fiume maculato, i primi
eventi del dolore, le colombe
maligne, l’avvenire che c’è stato
per me una volta.



*


Ancora c’è, ma non nella cima più alta,
la mela rossa, unica, ma in basso
celata fra le foglie maculate,
ancora fitte, umide di antica
pioggia e di nebbia tenace: trionfo
ultimo o disperata resistenza
del frutto più perfetto che pur s’offre
ancora, e più nessuno ormai la vede
nel marasma d’autunno, e già anzi oltre,
verso la fine. Qualcuno la colse
in una sera della finta estate
di San Martino, forse non appieno
però, incerta com’era nella sua
nervosa timidezza e nel timore
di una ferita insanguinata, e meglio
allora fu il puro piacere e intatto.



  Giorgio Bàrberi Squarotti

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