lunedì 16 gennaio 2017

Quelli che amano suonano alla porta e, quando apri, 
non c’è nessuno; qualcuno è scappato lasciandosi dietro
un ectoplasma sensibile che scompare
se respiri con violenza.
E così, tra chi è andato via e chi non è venuto,
ci sei tu, intorpidito, sfigurato,
come un tatuaggio dell’aria.


*

Se tu potessi vivere
le ore del tè, del caffè,
il tintinnio indolente delle tazze,
se potessi concepire le soavi ore ramate
nel pomeriggio di una vecchia famiglia di un secolo vecchio
che si è crogiolato in una memoria romantica,
se potessi non spaventarti quando
nella tazza colma di tè vedi il tuo volto
dalla fiamma dell’inferno intensamente illuminato.

*

Oppure nelle ore più tarde del pomeriggio,
hai visto mai la brusca pioggia di rughe
cadere sul volto del tuo vicino?
E’ come se il declino della luce
saggiasse prima la sua vittima, una vittima
a caso, da abbandonare poi
senza ammazzarla, ma terrorizzandola
per il resto della vita.
E tu che assisti, tu non dici nulla, ti chiedi solo se
sul tuo viso non abbia palpitato per un attimo
come un essere vivente la stessa maschera di rughe,
fai un gesto qualsiasi, come accenderti una sigaretta
ed è allora, infine, che viene a salvarti il crepuscolo

                                                                                                                                             Nina Cassian