lunedì 29 dicembre 2025

Te me disevi che la to notte xe massa longa,

e adesso che xe passada,
posso dirte che te gavevi rason,
no jera niente prima,
e no xe niente dopo.

I nostri sogni
ne li ga scondudi tutti
e adesso no gavemo più la forza
de riciorli.
ti morto, mi ancora vivo.
quei sogni de cambiar el mondo,
quei sogni de compagni,
quei sogni che adesso
par aquiloni che ne xe scapài de man.
e che ti, mato, te va là sù nel cìel
per provar a ciorli indrìo,
par riportarli qua zò, a Gorizia,
solo par poder tornar
a farli volar.


Mi dicevi che la tua notte è troppo lunga /e adesso che è passata / posso dirti che avevi ragione / non c’era niente prima / e non c’è niente dopo // i nostri sogni / ce li hanno nascosti tutti / e ora non abbiamo più la forza per riprenderceli / tu morto io ancora vivo / quei sogni di cambiare il mondo / quei sogni di compagni / quei sogni adesso / sembrano aquiloni che ci sono sfuggiti di mano / e tu matto vai lassù nel cielo / per cercare di riprenderli / e riportarli quaggiù, a Gorizia / solo per tornare a farli volare.


Paolo Coceancig

venerdì 26 dicembre 2025

 [ Fedeli al duro accordo non ci cerchiamo più.]

Così i bambini giocano
a non ridere per primi
guardandosi negli occhi
e alcuni sono così bravi
che diventano tristi
per la vita intera.
Michele Mari

martedì 23 dicembre 2025

 Ut pictura poesis.


Ovidio

domenica 21 dicembre 2025

Stavo solo cercando un posto

più o meno adatto in cui vivere.
Voglio dire:
un posto piccolo dove cantare
e poter piangere tranquillamente a volte.
Non volevo davvero una casa.
Volevo solo un giardino.

Alejandra Pizarnik

sabato 20 dicembre 2025

 Il sogno è l'ultima notizia che possiedo di te.

Franz Kafka, Lettere a Milena

venerdì 19 dicembre 2025

Molte lune fa il dollaro era a quota 870 e io ero a quota 32. Il globo era anch'esso più leggero - due miliardi di anime in meno -, e il bar della Stazione, in quella gelida sera di dicembre, era deserto. Lì, in piedi, aspettavo che venisse a prendermi l'unica persona che conoscevo in tutta la città. Il tempo passava, e lei non si faceva vedere. Ogni viaggiatore conosce questo guaio: questo misto di sfinimento e di apprensione. È il momento in cui fissi attonito quadranti di orologi e tabelle di orari, analizzi il marmo varicoso sotto i tuoi piedi, inali ammoniaca e quel torbido odore che si sprigiona dalla ghisa delle locomotive nelle gelide notti d'inverno.

Iosif Aleksandrovič Brodskij, Fondamenta degli incurabili

martedì 9 dicembre 2025

Quasi con invidia leggo le opere dei miei contemporanei

su divorzi, addii, il dolore delle separazioni;
sofferenza, nuovi inizi, piccole morti;
lettere lette e bruciate, bruciare e leggere, fuoco e cultura,
ira e disperazione – magnifica materia per una poesia riuscita;
un duro giudizio, a volte una risata sarcastica di superiorità morale,
e insieme definitivo trionfo della continuità individuale.
E noi? Non ci saranno elegie, né sonetti sulla separazione,
non ci dividerà lo schermo dei versi,
non si porrà fra noi una metafora riuscita,
l’unica separazione che ora ci minaccia è il sonno,
il profondo antro del sonno la cui soglia varchiamo separati,
- e devo sempre ricordare che la tua mano,
stretta nella mia, è fatta di sogni.
Adam Zagajewski, da Dalla vita degli oggetti