mercoledì 3 dicembre 2025

Per me l'amore è un puro concetto dotato di un corpo inadeguato, che passando attraverso cavi sotterranei, linee telefoniche eccetera, riesce faticosamente a trovare il contatto. Una cosa terribilmente imperfetta. A volte ci sono errori di trasmissione. A volte non si conosce il numero. A volte ti chiamano, ma hanno sbagliato numero. Non c'è niente da fare.

Detto ciò, ci sono persone che riconoscono la mia «normalità» e ne sono attratte. Queste rare persone e io ci attiriamo a vicenda, come pianeti sospesi nel buio dell'universo, che una forza irresistibile avvicina l'uno all'altro, per poi allontanarli di nuovo. Mi cercano, creano un rapporto con me e un bel giorno se ne vanno. Possono essere amici, amanti, mogli. Anche nemici. Ma sempre, prima o poi, se ne vanno. Per stanchezza, disperazione, o perché le cose che avevano da dire si sono esaurite, come un rubinetto che non dà più acqua. Da me ci sono due porte, una per entrare e una per uscire. Rigorosamente divise. Dalla porta d'ingresso non si può uscire, e da quella d'uscita non si può entrare. Tutti seguono questa regola. Possono variare le modalità, ma tutti finiscono per andare via. C'è chi è andato via per sperimentare nuove possibilità, chi per risparmiare tempo. Qualcuno è morto. Fatto sta che non è rimasto nessuno. Tranne me, unico superstite. La loro assenza è sempre con me. Le loro parole, i loro respiri, i motivi canticchiati a bassa voce, aleggiano come polvere negli angoli di casa mia.

Haruki Murakami, Dance Dance Dance

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