Ora viene a trovarmi
come si farebbe con un malato,
negli orari di visita stabiliti.
Per portare conforto a se stesso,
come in fondo a un mare
farebbero i colati a picco. Gli annegati.
Sbracciandosi tra i flutti, per dirmi
che appartiene al torpore dei fondali.
E viene a trovarmi di nascosto,
come non si farebbe con un amato.
Con scarpe chiodate e un bocciolo
serrato nel pugno. Come un pettirosso.
Vaticinio per le sue membra dorate, per dire
che appartengo alla solitudine delle vette.
O libro tibetano delle circostanze,
racchetta da neve su un altopiano fiorito
Ho compassione per le mie vite precedenti,
per quelle inesistenti.
Lorenzo Leporati da Il canto delle pescatrici
Nessun commento:
Posta un commento