giovedì 20 luglio 2023

 più niente a sufficienza, non certo vederti nell'istante che sei a occhi chiusi, ma desiderare quasi di stare sotto la tua palpebra, in qualche condanna che risale dall'anima ma si ferma prima di prendere forma, in quell'istante

titanico che sei in grado di fermare il tempo già fermo, il velocissimo, vecchissimo tempo, e così comprendere come si comprende, a spanne, a trapassati, a feroci dubbi, a sogni parlati,
che sei nella scatola bucata dei pulcini e presto diviene la tua casa, la tua chioccia con cento occhi che cambiano, che di notte non ti guardano,
sapere che sei dove sei per respirare, sempre più di nascosto senza espandere il petto, risparmiando per dopo, dopo, dopo,
così ti giri con la scusa di mettere via un bicchiere e allora,
allora, vorresti che la mano dell'amore ti richiamasse con quelle sue dita a chiazze di timore, con le scottature che diventano bianche, più niente di meno basta che questa abitudine ad una per niente eroica resistenza nel rettangolo inventato di sana pianta che è l'attesa senza difesa.


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