martedì 16 maggio 2023


 

Rara e meravigliosamente inquietante immagine del dio solare Khepri (ḫprỉ) in forma di scarabeo con volto e arti umani, tipica del gusto sincretico e barocco delle ultime dinastie indigene.
Khepri rappresentava il sole del mattino che rinasce dalle tenebre della Duat (dw3t), una regione dell'aldilà che in origine rapppresentava il cielo notturno e poi divenne un ultramondo sotterraneo. Khepri governava le Maaty (m3ˁty, Le Due Giuste), le barche sacre Mandet (mˁndt) e Mesketet (msktt), con le quali il sole percorreva rispettivamente i cieli di giorno e le tenebre della Duat di notte. Il nome della divinità deriva appunto da kheperer (ḫprr, scarabeo) in quanto il dio che muove il sole sul proprio cammino era associato simbolicamente allo Scarabaeus sacer che rotola le proprie palline pedotrofiche.
Lo scarabeo è poi omofono del verbo kheper (ḫpr, manifestarsi, apparire come, venire in esistenza, trasformarsi, divenire) ed era quindi un noto simbolo di rinascita nell'aldilà dei giusti. La sua forma simboleggiava quella del cuore umano, sede dell'anima, e fin dal Medio Regno appunto porre nel bendaggio delle mummie i famosi "scarabei del cuore", che riportavano le formule di giustificazione del defunto. Di solito questi amuleti sono in faience egizia, diaspro verde, ametista e corniola, tutti materiali di colori tendenti al verde o all'azzurro, perché appunto simboleggiavano lo ib uaǧ (ỉb w3ḏ, Cuore Verdeggiante), l'anima rinata alla vita eterna nell'aldilà di Osiride, "w3ḏ ḥm smw ˁnḫw" [*] (uaǧ hem semu ankhu = "verde come una pianta viva") secondo la simbologia di sovrabbondanza agricola e vegetale prevalente nel culto osiriaco fin dai Testi delle Piramidi.
(*) Testi delle Piramidi, 567c
[Scultura (43 x 25,5 x 17 cm; 7,47 kg) in pietra calcarea. Periodo Tardo, XXV Dinastia (746-655 a.C.) Sito di provenienza ignoto. Ora al Ägyptisches Museum und Papyrussammlung, Berlino. Foto del museo]

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