ci organizziamo tra incredule
in accordo sui vestiti trafugati
da lavanderie collegiali,
questo posto dove vivi
è governato da fantasmi pigri
che sognano di strisciare catene
e di serrarti i polsi,
eccoci nel purgatorio, madre,
ce le fanno pagare tutte
le nostre abitudini della casa confino
parlarci sul bordo del letto
poggiate all'alluminio sul retro
progettare i pani e le polente
dove affondare i denti
nelle domeniche traslucide
colonne di soldi ben spesi
per tenere lombate
e le amare vellutate cioccolate,
la lingua della vita
ora si gira all'indietro
discorrere di niente nell'ora d'aria
consolarti da dietro
guardando il tuo collo magro
ruscello in secca di pianto
che non ti mostro
e che tu fingi estinto.
*
hai le mani fredde,
lo capisco,
il cuore non può
più raggiungerci dappertutto.
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