giovedì 30 giugno 2022

 Un libro può uccidere? Ebbene, sì: è possibile. Nella Cullman Library dello Smithsonian Institute c’è una rara e pregiata edizione del 1602 di De animalibus insectis del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi, un libro pionieristico sugli insetti illustrato con xilografie dettagliate. Bello da ammirare, ma guai a sfogliarlo! Questo volume custodisce un segreto mortale. La sua copertina, un collage di pergamena medievale riciclata e pelle di cinghiale, è dipinta di verde. E proprio quella vernice verde è impastata con arsenico, uno dei veleni più potenti e mortali.

Chi pubblicò il libro di Aldrovandi voleva forse commettere segretamente un omicidio? Come ha spiegato Alexandra K. Newman, tecnico della biblioteca dello Smithsonian: «Più che un tentativo di omicidio bibliografico o un sistema di sicurezza mortale, si tratta di una conseguenza involontaria dello sforzo dell'epoca di conservare il libro meglio possibile»
E non è neppure l’unico caso di libro “al veleno”. La biblioteca della University of Southern Denmark ha recentemente identificato ben tre libri del sedicesimo e diciassettesimo secolo con concentrazioni di arsenico sulle loro copertine. “Una spiegazione plausibile per l'applicazione - forse nel diciannovesimo secolo - del verde di Parigi sui vecchi libri potrebbe essere quella di proteggerli da insetti e parassiti", scrivono Jakob Povl Holck (ricercatore bibliotecario) e Kaare Lund Rasmussen (professore di fisica) .A far sì che l’arsenico diventasse un elemento essenziale dei libri fu anche un po’ la moda. I verdi a base di arsenico ebbero infatti un'ondata di popolarità nell'età vittoriana. Particolarmente apprezzato era il verde di Scheele, chiamato così dal suo inventore Carl Wilhelm Scheele.
Noto anche come verde smeraldo veniva usato per “verdeggiare” dalla carta da parati ai giocattoli per bambini. Secondo lo storico P. W. J. Bartrip, il verde era il colore dominante del tempo "presente in letteralmente dozzine di beni nell'uso quotidiano".
Qualsiasi oggetto colorato di verde era probabile che fosse stato tinto con arsenico, e nella metà del diciannovesimo secolo le sfumature di verde erano il massimo della moda, specialmente per l'arredamento di casa e l'abbigliamento femminile. Molto popolare era anche il cosiddetto verde di Parigi, mescolato con arseniato di piombo (un composto di arsenico e piombo) a cui si devono i lussureggianti verdi di alcune tele impressioniste. Tutti colori letali, gradualmente eliminati come pigmenti, verso la metà del XX secolo e da allora in avanti, usati come pesticidi (non senza rischi per i chi lavorava nell’industria). In verità, la pericolosità del verde non era sconosciuta, poiché l'arsenico era stato a lungo utilizzato come veleno. In effetti, su alcuni prodotti, come i libri, veniva utilizzato intenzionalmente al fine di scongiurare l'infestazione. E nel 1873, Scientific American scrisse: "I libri giocattolo con copertine verdi sono sempre da sospettare, e in effetti l'unica cosa assolutamente sicura da fare è evitare del tutto i colori verdi". Ma come si manifestava l’avvelenamento? "L'avvelenamento arsenicale cronico è una condizione alla quale la maggior parte degli uomini è esposta; i dolori acuti nell'addome e la nausea e la sete intensa vengono notati per la prima volta", cita un articolo del 1917 dell'Ufficio di Statistica del lavoro degli Stati Uniti. "Seguono gastrite, enterite, ittero, diarrea e infine stitichezza. Le unghie si staccano, si sviluppano grandi ulcere e la pelle appare in qualche modo mummificata. Nei casi più gravi, a volte sopraggiunge la morte".
Tra le vittime più celebri, ci fu l’ambasciatrice americana a Roma nel dopoguerra, Claire Booth Luce, a cui fu riscontrata un’intossicazione da arsenico. All’inizio il clima da guerra fredda suggerì che si trattasse dell’attentato di uno 007 sovietico, poi la verità venne a galla: l’arsenico era presente nella vecchia pittura dei dipinti sul soffitto di Villa Taverna, che in minuscole particelle cadeva anche nel caffè dell’ambasciatrice.
La prima a sdoganare nuovamente il verde fu l’imperatrice Eugenia, invaghita della nuova nuance densa e luminosa, inventata da tintori di Lione con chimici tedeschi: il verde all’aldeide. La consorte di Napoleone III lo indossava a balli, teatro e opera, spruzzandosi una polvere d’oro sui capelli per enfatizzare i riflessi di seta smeraldo.
I vari tipi di verde
Il verde è un colore secondario con una estesa gamma, ed è formato dalla mescolanza di giallo ed azzurro. I colori verdi possono raggrupparsi nelle seguenti categorie:
Verdi chimici, realizzati tramite procedimento chimico. Tra questi ci sono il verde Veronese, il verde smeraldo e tutti i verdi di cromo.
Verdi naturali, come le terre verdi, la crisoVerdi composti, derivati da una mescola e qualche volta da una combinazione chimica di due sostanze coloranti, come cinabri verdi, il verde permanente, il verde di zinco, il verde di cadmio.
Verdi vegetali, come ad esempio il verde vescica.
I pigmenti, che sono anche chiamati comunemente “terre”, in quanto la maggior parte dei colori tradizionali (come quelli usati nella pittura parietale etrusca e romana) provengono da giacimenti naturali. L’alchimia prima e la chimica industriale poi, hanno aiutato l’arte con prodotti sempre più sofisticati e chimicamente puri, che hanno permesso una produzione di colori su scala industriale. Ovviamente di per sè la produzione industriale non garantisce il basso costo dei pigmenti, anzi come sappiamo alcuni colori hanno un costo molto elevato a causa della difficoltà di fabbricazione. Nonostante ciò la tecnologia viene incontro alle esigenze di chi non ha grandi possibilità economiche, attraverso la produzione di pigmenti affidabili, che imitano i colori più costosi, in tal modo anche gli studenti possono esercitarsi con profitto senza spendere troppo. Per acquistare i pigmenti meglio non lasciarsi tentare dalla vasta gamma di colori a disposizione. Come ricorda Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita di pochi colori fondamentali. Frans Hals e Rembrandt usavano una base di soli 4 colori !
I verdi più classici sono il v. Crisicolla,il v. di rame, il v. Veronese, il v. smeraldo, il v. di cobalto, il v. permanente, v. di cadmio, il cinabro verde, il v. di zinco, la terra verde, il v. malachite, il v. vescica, il v.giada Inoltre ricordiamo il verde lime, verde acqua, verde oliva, il verde elettrico, il v.bottiglia .








3 commenti:

  1. Qui ne esce fuori una nuova stagione del dottor house. Qualche anno fa diagnosticarono a una parente un'allergia al blu, sicuramente collegata al colorante del vestiario. Quando sentii quella diagnosi pensai subito a una truffa di matrice vagamente new age. In realtà era l'ennesima occasione buttata alle ortiche per imparare a non trarre conclusioni anzitempo

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  2. dimentichiamo il fascino del colore, credo che un tempo pur di realizzarne uno si giocassero la vita e non è cambiato granchè

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