lunedì 30 novembre 2020

 ti guardo mangiare i tuoi piatti senza sale

lasciare a me la parte buona
come ancora potessi crescermi senza difetto
e curare di storie di formiche la tua pacifica neonata
non sapevi e non sai che nel non chiederti niente
lasciarmi da sola ad ascoltarti senza strilli
modellare fanghi e parlare coi grilli
essere spostata da un posto all'altro facendomi
oggetto
che tace
c'era già tutta l'impotenza di cambiarti i pranzi
di sfamarti fino agli stinchi
di vestirti ogni giorno feriale di bianco
vanigliato e gioioso
come il fiore di melo;
e ogni volta che ti vedo
vorrei scrivere sulla tua porta condominiale
lasciatele ogni dolcezza
oh voi che entrate nelle sue diete
e vi apparecchia
fingendosi sazia
le sue eterne, mai risarcite, delizie.

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