venerdì 8 novembre 2019

Pochi minuti soltanto, per lo spirito
e una sistemazione continua:
l'accidentato cammino del cuore.
C'è però qualcosa di molto sordo
da sempre travestito di ascolto:
armadio stretto di mille abiti usati;
pagina muta al nostro inesperto
immaginare.
...E verrà dunque un'età
anche per noi
con la sua pronta domanda fiorita:
a cosa mai ci serve la mietitura
incerta di queste parole buone:
questa farina,
questo concetto,
questo cotone?
E questa cosa che chiamiamo tempo:
questo mito minuscolo che ci pervade;
questa polvere sottile
di tra gli atomi e ogni loro vibrare;
questo giorno feriale del pensiero,
che picchia in insistenza
la guancia fanciulla
di ogni giorno a venire;
che si veste a festa
e ci urla in faccia
tutto questo acerbo languore?
E perché così in abbondanza
ci sono date poi, sin dal primo giorno,
parole parole per cose cose:
così che dopo avere molestato
il mondo dormiente,
tanto alla luna quanto al sole,
si sono un giorno dissociate
(nella sequela minerale dei pianeti,
e nella gamma termica dei colori)
dall'apparizione stessa del mondo: inventando
la coscienza dolorosa dei problemi?
Non potevamo continuare a dormire?
C'è infatti un'ora nel pomeriggio
che non appartiene a nessuno.
Il pirata non ruba in questa luce
e l'amore -inatteso- naviga lento
come a risalire il fiume che dorme
sul fianco interno della vita.
Viene poi l'incertezza luminosa
del pomeriggio sull'orlo esitante
della sera.
Dimenticò di dirci il filosofo;
vuole tacere il sacerdote;
né saprà mai lo scienziato;
che il motivo centrale,
la causa prima,
la materia e il gesto,
e dunque la goccia
che quindi trabocca,
per la tua pupilla
e su tutte le valli e sopra gli orti
in questo drammatico
risistemare le cose
con illusione di ultima onda del mare,
porta invece da sempre
come il cristallo sapido del sale
il segreto nome della gioia:
lo stupore che ti apre e ti contiene.
...E mal che vada saremo strappati
alla generale confusione del vivere
come il bacio improvviso che si compie
e ti ricorda che senza lo sapere
stavi già da tempo camminando
da sempre stavi ragionando
insieme, insieme, insieme.
Come la gioia improvvisa di sempre.

Gabriele Via

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