sabato 23 giugno 2018

aestella, c'è più di un errore grossolano e rosso, errore della mia specie, mi dimostravi il vento, la casa, la forma della finestra con la sua ombra perfetta sulla piastrella, il colare della notte che prendeva prima le braccia, internista, matematico, fisico delle cose tutte, anche della paura, quella era formulata da millenni dicevi, una legge divina incarnata, il santo spirito che rimbalza elettrico tra una tempia e l'altra, senza sosta, il moto perpetuo e anche l'azzurro e il rosa stinto, il continuo ricorso a un tramonto che era sempre all'inizio, innocuo, dolcissimo, un secolo in un giorno, un piccione sul tavolino e tradii ogni mondo e modo, voltata e rivoltata, senza che nessuno veda, un pezzetto di carta, più poesia che viva.

1 commento:

  1. Ci guardammo alle spalle ma era solo l`ombra viva della clessidra. Davanti a noi fuochi della notte di San Giovanni scontornavano le tenebre

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