aestella, la bambina elettrica ha ora la nostra stessa età, ci sono voluti i suoi anni e i nostri anni, raggruppati in fascine, ripulite di sopra e sotto e ora stiamo nel cumulo a giocarci, il grano in salvo, la paglia d'oro secca al punto giusto, sentiamo che diverremo lo stesso letto
per i mansueti
per i rabdomanti dell'amore, per i giusti e per i soli, per tre bicchieri riempiti alla pari, brindiamo e passa la corrente incandescente, ci parla di rivoluzioni e come le siamo grati che resusciti i cuori, che ci poggi al petto le fredde piastre e conti tanto, conti finché serve: respiriamo a fondo, respiriamo il suo respiro, boccaglio per palombari storditi.
impulsi elettrici e deus ex machina, verso abissi di luce
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