mercoledì 21 marzo 2018

Caro, caro Paul, 
adesso siamo a novembre. La lettera che avevo scritto ad agosto è ancora qui – è tutto così triste. Forse allora l’hai
attesa. Oggi l’accogli ancora? Sento che ti dico troppo poco, quando dico che non posso aiutarti. Dovrei venire, guardarti, tirarti fuori, baciarti e sostenerti, per non farti scivolare via.
Ti prego credimi, un giorno verrò e ti porterò via con me. Piena di paura vedo che vieni spinto alla deriva in un mare immenso, ma io voglio costruirmi un vascello e ricondurti a casa lontano dal tuo smarrimento. Devi anche tu metterci del tuo e non rendermi il compito troppo difficile. Il tempo e molte cose ancora sono contro di noi, ma il tempo non ha il diritto di distruggere ciò che da lui vogliamo salvare.
Scrivimi presto, ti prego, e scrivi se vuoi ancora una mia parola, se puoi ancora accogliere la mia tenerezza e il mio amore, se qualcosa ancora può aiutarti, se tu ogni tanto tendi ancora la mano verso di me e mi oscuri con il sogno pesante, nel quale vorrei splendere come una luce. Tenta, scrivimi, rivolgiti a me, allontana da te, scrivendo, tutto ciò che ti opprime!
Ti sono vicinissima


Tua Ingeborg


Vienna, 24 novembre 1949

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