domenica 25 febbraio 2018

Se la scrittura è una rappresentazione sintetica della realtà, il racconto – volendo adoperare sempre il minor numero possibile di parole per arrivare al punto – è la summa di quest’arte.
La prima parola di un racconto deve disporre un piano inclinato.
Le descrizioni in un racconto non sono mai semplicemente referenziali. Lo scrittore di racconti non può perdere tempo.
Alcuni racconti durano pressappoco quanto Gustave Flaubert impiega a descrivere il cappello di Charles Bovary.
In un racconto raramente i personaggi sono memorabili, nel senso d’indimenticabili quanto a tratti: memorabili saranno le loro azioni (e in un buon racconto ogni cosa è un’azione).
I personaggi non devono fare tutto e il contrario di tutto, ma dare l’idea di poter fare tutto e il contrario di tutto.
Il dialogo in un racconto deve essere sempre il riassunto di un dialogo. Deve essere verticale, scosceso.
Nei racconti possono esserci molti dialoghi ma nessuna conversazione. Non si ciarla, nei racconti. I dialoghi servono per avvicinarsi al finale.
L’intreccio di un racconto può essere semplice, il che non significa facile.
Il finale di un racconto non deve necessariamente risolvere, non deve per forza finire. Deve produrre un’eco.
Luca Ricci

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