giovedì 12 ottobre 2017

c'è più di un ago nel pagliaio.

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nessuno vuole chi piange e io stessa mi nascondo, una volta mia madre mi sgridò dicendomi che non sì piange in pubblico mai, da allora provo molta vergogna quando mi succedono cose per cui piangere e sono in giro, in posti affollati, pubblici, cammino molto velocemente, fingo un raffreddore improvviso, a volte assumo la faccia automatica che spesso vedo nei treni di chi viaggia da solo, e succede che il pianto non aspetti o aspetti troppo e si resti ingolfato poi per giorni, così ne ho un bel po' bloccati alla bocca dello stomaco. ma lì c'è anche, pronta come il piede dell'atleta sulla linea bianca, una gioia gravida, che scalcia e per la quale temo: dovesse soffocare prima di nascere? certe volte manda avanti le sorelle, non gemelle, le manda nei libri, dentro una lettera di l., nei semi elicoidali, in certe luci gentili che si formano nelle case, quando il pane è cotto.


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