mercoledì 16 agosto 2017

che maniere avrà la casa,
sarà vicina, mi dici, vuoi mettere
una sera d'inverno una viaggiatrice
penso mentre mi metti nella sensatezza
della stanchezza dei passi, da uno a cento, centouno forse,
del tavolo grande
dei giovani alberi dalla cucina
e spero che lei abbia ancora fiato
per chiamarmi dalla finestra
o che impari a tirare sassolini
come gli innamorati nei film
che la vita si accorci
che neanche mi sembri.

*

metto da parte l'amore
ogni santo giorno
come la paga dello stagionale
ma certe sere non arrivo a notte
non ho di che coccolare un pensiero spicciolo
ma ancora spendibile per un granetto, un giochetto;
stupidamente avrò lanciato
dietro le spalle il centesimo
ricordo
striminzito
strizzando gli occhi ho lanciato il resto del resto
e pensato
che mi voglia sempre bene, che mi ami non mi sembrò troppo,
e il desiderio sarà restare indietro a tutti
un debito così pressante col passato
che non devo
che non ho contratto col fondo mosaicato
e si è confuso il luccicore, sfuso;
e il mattino ricomincio con quel gruzzolo
e di nuovo provo a spartirlo meglio
come tenere stretto un colombo
e liberarlo tutto d'un colpo:
amore, che spavento.

1 commento:

  1. in pratica sposti la torre in d4 e vinci in quattro mosse

    https://www.youtube.com/watch?v=S__ff2jra1g

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