che maniere avrà la casa,
sarà vicina, mi dici, vuoi mettere
una sera d'inverno una viaggiatrice
penso mentre mi metti nella sensatezza
della stanchezza dei passi, da uno a cento, centouno forse,
del tavolo grande
dei giovani alberi dalla cucina
e spero che lei abbia ancora fiato
per chiamarmi dalla finestra
o che impari a tirare sassolini
come gli innamorati nei film
che la vita si accorci
che neanche mi sembri.
*
metto da parte l'amore
ogni santo giorno
come la paga dello stagionale
ma certe sere non arrivo a notte
non ho di che coccolare un pensiero spicciolo
ma ancora spendibile per un granetto, un giochetto;
stupidamente avrò lanciato
dietro le spalle il centesimo
ricordo
striminzito
strizzando gli occhi ho lanciato il resto del resto
e pensato
che mi voglia sempre bene, che mi ami non mi sembrò troppo,
e il desiderio sarà restare indietro a tutti
un debito così pressante col passato
che non devo
che non ho contratto col fondo mosaicato
e si è confuso il luccicore, sfuso;
e il mattino ricomincio con quel gruzzolo
e di nuovo provo a spartirlo meglio
come tenere stretto un colombo
e liberarlo tutto d'un colpo:
amore, che spavento.
in pratica sposti la torre in d4 e vinci in quattro mosse
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=S__ff2jra1g