lunedì 1 maggio 2017

aestella, ti ho registrato il suono che il vento fa oggi con gli alberi, saprai e saprò che è esattamente ciò che sentiamo il primo di maggio, tu dove sei, io dove sono, qui, per fare qualcosa per te senza di te;
aestella, il cane scava sul tappeto una buca immaginaria e ogni tanto gli si chiudono gli occhi ma si sforza di tenerli aperti per studiare ogni mia mossa e ti confesso che mi piace che almeno per lui sia un'abitudine, del resto non lo sorprendo poi tanto,
lo vuole questa casa che ha due tre punti in cui mi fermo, sempre per poco comunque, sempre con quell'affanno nascosto di uscirne o di ritrovarmi, all'improvviso, nella mia stanza, sotto il mio tetto;
aestella, ho letto qualche pagina del librino di A.M., quello con un melograno in copertina e che non ha titolo, ma solo una data, come oggi, come quasi ogni mio giorno non si può titolare, non ha in sé una dizione e se ci pensi sono in continuo diminuendo i momenti che s'imprimono chiari, per lo meno per noi, via via quell'istante scivola di un posto, e poi di un posto ancora e i ricordi prendono un altro ordine, e se li avevi condivisi con qualcuno ma resti il solo a tenere la metà di essi, quelle metà diventano piccolissima e possono estinguersi o ci viene d'istinto di ricorrere all'oblio, come uno scherzo della memoria che ha immagazzinato troppo, inutilmente o dolorosamente,
aestella, non dimenticare il vento di oggi, persino le girandole, caparbiamente ferme, oggi, che le ho volte verso i rami grandi, partecipano a questo silenzioso indivenire.

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