sabato 15 aprile 2017

qualche volta, aestella, penso che mi ascolti perché non hai niente da fare, come nella canzone di Tenco, e vuoi qualcuno a cui raccontare pezzi di giornate che io non ho mai incontrate, così le eccezioni sono il nocciolo del discorso mentre penso che ho così bisogno di un momento tuo normale, banale, come ti sei seduto, su cosa hai girato canale, una notizia che hai letto, che scarpe hai messo e dove sei stato prima e dopo di quello che so, vorrei una congiunzione semplice, forse viverti anche un poco scontatamente, come fa qui la gente, nella città permanente, così ogni mattina mi ritrovo a interrogarmi nell'angolo dei glicini, semmai avessi potuto portarti, condurti qui come un complice di notte, in quotidiane zone invalicabili.

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