venerdì 3 marzo 2017

Quanto mi sento lontano da loro, su questa collina. Mi sembra di appartenere a un'altra specie. Escono dai loro uffici dopo un giorno di lavoro, guardano le case e le piazze con espressione soddisfatta, pensano che questa è la loro città. Una 'buona e solida città borghese'. Non hanno paura, si sentono a casa. Hanno visto solo acqua ammaestrata che esce dai rubinetti, luce che riempe le lampadine quando si accende l’interruttore. Hanno la prova, un centinaio di volte al giorno, che tutto avviene meccanicamente, che il mondo obbedisce a fisse e immutabili leggi. I corpi lanciati in uno spazio vuoto cadono tutti alla stessa velocità, il parco pubblico chiude ogni giorno alle quattro in inverno, alle sei in estate, il piombo si scioglie a trecentotrentacinque gradi centigradi, l'ultimo tram parte dall'Hotel de Ville alle ventitré e cinque. Sono tranquilli, talvolta un po' cupi, e pensano al domani, in altre parole un nuovo oggi. Le città hanno solo un giorno a disposizione che ritorna sempre uguale ogni mattina.
Che cosa succederebbe se qualcosa dovesse accadere?

Jean paul sartre, La nausea

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