lunedì 2 gennaio 2017

Sento il tuo disordine
e lo comparo al mio.
C’è somiglianza.

C’è lo stesso slabbro
di ferite identiche.
C’è tutta la voglia
di un passo largo in una terra
sgombra che non troviamo.
Sento il tuo respiro schiacciato
lo sento somigliante
ti sento piano morire
come me che non controllo
l’accensione del sangue.
Anch’io cerco una libertà
che mi sbandieri,
una falcata perfetta,
uno stacco d’uccello
dal suo ramo,
quando si butta improvviso
e poi plana.


*

 [...] Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
È poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.



Mariangela Gualtieri