giovedì 27 marzo 2025

Guardo, vicino all’acqua, l’acqua.

Quando dici «erba» piango,
quando nelle tue parole ci siamo noi e c’è tutto
l’avere incominciato da piccoli,
qui in questa terra, dici, questa nostra terra.

𝐌𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐁𝐞𝐧𝐞𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢

mercoledì 26 marzo 2025

Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto.

Per la prima volta vedrai i pori schiudersi
come musi di pesce e potrai ascoltare
il mormorio del sangue nelle gallerie
e sentire la luce scivolarti sulle cornee
come lo strascico di un abito; per la prima volta
avvertirai la gravità pungerti
come una spina nel calcagno
e per l’imperativo delle ali avrai male alle scapole.
Ti prometto di renderti talmente vivo che
la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili,
che le sopracciglia diventeranno due ferite fresche
e ti parrà che i tuoi ricordi inizino
con la creazione del mondo.
Nina Cassian

sabato 22 marzo 2025

 




FLOR GARDUÑO

giovedì 20 marzo 2025

Questi giorni, come te, 

sembrano vuoti e vacui
hanno avide radici che scavano
per arpionare in profondità la desolazione. 

James Merrill

mercoledì 19 marzo 2025

 

Vorrei sapere quando ti ho perso

in quale data in che momento

forse quel martedì ch’ero triste

o un mese prima d’averti visto

forse quella domenica pomeriggio

ch’ero allegra e parlavo troppo di me

forse in una data remota

inesplicabile e ignota

come il tre marzo del millenovecentotré

Vorrei sapere dove ti ho perso

in che punto preciso della città

forse davanti ad un semaforo

forse in un bar o in una stanza

forse dentro ad un sorriso

forse lungo una lacrima

che colava giù per una guancia

forse tra le aureole gialle dei lampadari

sospese nella nebbia dei viali.

Vorrei sapere perché ti ho perso

il motivo la necessità dell’errore

forse perché non c’è tempo

o perché c’è stato l’inverno

e adesso viene la primavera

ma con tanto poco sole

tra i muri d’acciaio e cemento

che tremano per il rumore

delle macchine,delle fabbriche,degli ascensori.

(...)

Joyce Lussu

venerdì 14 marzo 2025

Come una cosa.

Come le cose
del mondo che rimangono
cose. Cose ignote
e sole. Silenziose.
Tu lo sapevi da sempre
che io non ero là
ma nel dolore
delle cose, delle cose
del mondo che rimangono
cose. Io non ero là,
perché il dolore
è nella pagina piena
di cose, di cose ignote
e sole. Silenziose.
Tu lo sapevi da sempre
che io ero il nome
delle cose, nella pagina
infinita e stretta
su di sé, come una cosa.

*

Perché essere in questo luogo
è molto, e certo dire
dove siamo
è nostro compito.
Oscurità e acque,
albe, ventre dell’inferno,
albero di prua, inseguimento.
E, vedi, il corpo,
il nostro corpo soltanto
può dire
bianco, tellina, lontano,
vento. Blues, inverno, ombra
delle cose, aldilà.
Ascolta,
bacio.

Antonio Santori

mercoledì 12 marzo 2025

Serro gli occhi sfatto,

lungo il campo
i dorsi dei meli che amiamo
fratelli di spirito, sempre costole.
La terra è amor che morde,
infinita richiesta.
Torno alla tavola la sera,
mangiando già dormo.
Cedo come i rami
della mattina
per far vivere altro cadiamo.
La città resta vicina:
svuota qui uomini senza dialetto.
Chiedono dov’è la statale,
sento il loro pensiero
arricciarsi tra le labbra.
Mi vedono storia deforme.
Viviamo domeniche così diverse.


*


dall’argine

sembra che ognuno abbia ricchezza o paura
cordialmente se chiedi che albero è questo
non ti viene risposto,
anche a passeggio ti senti strano
come dicessero: perché qui?
quindi le finestre sono grigie dalle sbarre
e le siepi davvero incredibili
e le sirene suonano per errore
che i vicini pure sanno come spegnerle.
Tanti cartelli attenti al cane
anche per i gatti.

Marco Carretta