sabato 30 agosto 2025


 Oscar Ghiglia

martedì 12 agosto 2025

È rimasta laggiù, calda, la vita,

l’aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi.
Rimasta è la carezza che non trovo
più se non tra due sonni, l’infinita
mia sapienza in frantumi. E tu, parola
che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso
con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi.
Torno sola
tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo
roseo sugli orci colmi d’acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco.
Cristina Campo

domenica 10 agosto 2025

Non soltanto non ho saputo essere cattivo , ma non ho saputo essere niente di niente: nè cattivo né buono, né canaglia né galantuomo, né eroe né insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia, una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, giacché a diventar qualcosa ci riesce solamente l’imbecille.

Fedor Dostoevskij, Ricordi dal sottosuolo

venerdì 8 agosto 2025

un tale vociare, a spalate le parole

che il silenzio
chiedeva sulla porta a soffietto
di piangere.

*

vorrei sapere tutti i vostri nomi
e nessuna verità su di voi,
un silenzio di bicchiere capovolto
un rimbombo di sogno, così mi suonino i vostri gesti sorprendenti, attutiti
da uno stremante bisogno di essere
almeno un taciuto risvolto, un nodo sulla teletta del ricordo.



domenica 3 agosto 2025

 Questa è la cosa più dura: donarsi e sapere che si è superflui,

darsi completamente e pensare che come fumo nel nulla si scompare.


Selma Meerbaum-Eisinger

sabato 26 luglio 2025

a guardare dal tuo letto

era sempre inverno
eri sempre anni lontana
dalla tua storia
che era il nostro segreto;
mi alzavo e andandomene
lo mimavo male e più buono,
il primo mistero
un muro secco e fiorito:
costruivamo questo mondo
per raderlo al suolo
parlare d'altro
chiudergli il becco.

venerdì 25 luglio 2025

è nato un lichene sulla sponda del tuo riposo bianco,

creatura che coltivi senza intenzione,

il tuo marmo trasuda mentre attendi una visita cara

e sono così assente,

è snervante esserti figlia,

non riparare da te, nelle nostre mimiche sul tavolo,

non ridere

e vederti solo in quegli occhi eterni

sul punto di tracimare

mi resta lo sperare che ti sia di compagnia

un fiore così arcaico

una crosticina

tra te e la tua infinta terra

immaginare la tua ultima coltivazione

o la prima in cui mi porterai 

come vecchia bambina.