domenica 2 novembre 2025

sono anni che guardo le case, le case degli annunci immobiliari, le case abbandonate, le case dei condomini, le case singole coi loro giardinetti di un metro quadro, mangiati dalle varianti;

compilo le due righe di ricerca su idealista ed ecco una lunga teoria di case di ogni tipo, tutte disabitate, tutte solissime, come quella volta che mi occupai io di pubblicare l'annuncio di una cara casa: ogni giorno andavo a vedermi le foto di quelle stanze in cui ero stata felice, quelle camere che mi avevano protetta, quel tinello con tavolino di formica da spostare dal muro per poterci mangiare, lì dove abbiamo parlato e riso per ore, perdendo il senso del tempo, una delle rare felicità: dimenticarsi il tempo. 

guardavo l'annuncio ed ero sempre tentata di cancellarlo - la tremenda cosa di sbarazzarsi di una specie di corpo ancora caldo - o di appioppargli un prezzo altissimo, da allontanare qualsivoglia compratore oppure di scrivere nelle descrizioni tutto quello che la casa aveva dato ai bambini, a noi, ai vecchi. posso solo immaginare con quanta velocità chi cercava casa sarebbe passato alla successiva pensando a dei pazzi o a un errore e il fioccare di reclami o messaggi tipo: ma si può sapere come è il pavimento, come sono gli infissi, c'è o non c'è il riscaldamento autonomo, quanto si paga di condominio. vendere una casa amata per anni è come vendere buona parte di se stessi, l'anima al diavolo e questo mio è proprio il tempo di quel preciso commercio. (...)

 


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