giovedì 20 giugno 2019

Nell'umido reclusorio per drogati, dov'ero stato
sbattuto con altri ragazzi stipati nell'oscurità, trasportavano
una tela grezza due angeli sulla barella, Sergej
e Andrej, senza voltarsi al passaggio, tipo siamo indaf-
farati, sdrucito il piumaggio, ma immacolato, e sulle
ali i sigilli.
Uscivan dalla tela due piedi bianchi: sul primo tutta
blu c'era una scritta: ho percorso proprio poche strade...
Solo una cicatrice d'acido sul secondo: come sempre
da non capirci niente. Ma che razza di scritta era mai
quella? Alla grata, brillava blu una stella, alla mesta fi-
nestra con la grata.
Si poneva, usata espressione, con prepotenza la que-
stione e qua e là con impellenza. Nella casa di matti ero
l'unico, il solo che il prosieguo conosceva a mente, ma
tacevo, mi schernivo, come una gemma celavo e custo-
divo quel che l'uomo si portava in cielo e, insomma, il
significato di uomo.


Boris Ryzij

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