venerdì 4 agosto 2017

(...) Quando, a ricreazione, Bruno rivide Arianna, si morse un labbro fino a farlo sanguinare. Non volle rientrare in classe, al suono della campanella. Io lo tiravo per un braccio. Lui mi rivolse uno sguardo cattivo: Lasciami in pace, me ne resto al gabinetto, vedrai che non se ne accorge nessuno. Dopo un’ora uscii dall’aula con una scusa e lo trovai lì, seduto sulla tazza, che fumava una sigaretta dietro l’altra. Il pavimento era foderato di cicche. Ero preoccupato. Gli dissi: Ma quando finisce, l’amore? Bruno rispose: Non si sa, non si può sapere. Dissi ancora: Che cosa si desidera? Non sapeva neanche questo. Mi sento vuoto, disse. Stavi pregando? Non mi interessa più, non ho più voglia di pregare. Pensi che Arianna potrebbe aiutarti? Non lo so. Stai pensando a lei? No. E ne sei davvero innamorato? Fece di sì con la testa. Era come se si vergognasse, Ora. Vorresti, dissi, che fosse qui, al mio posto? Fece spallucce. Le parlerai? Non credo, disse. Si mise a pisciare. Io non avevo più niente da dirgli. Per qualche mese non ebbi argomenti, ci parlammo pochissimo. E il cammello? chiede Bruna. Non si parlava più dell’angelo? No, non si parlava più neanche di lui. (...)

Marco Papa, da Le nozze

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