martedì 20 giugno 2017

Nel ripetersi del giorno
si proietta il mio cuore oltre il quadrante.
Di notte ancora t’aspetto e tendo l’arco.
Non avrò mai pace sapendo che mi dormi accanto.
Avessi anche cento anni,
risvegliarti con le mani mi premerebbe ancora
come l’aurora ai pasticceri la domenica mattina.
Quando avevi la brina sugli occhi.
in quelle mattine liquide s’innalzava il picco del tempo
e il campanile che credevamo d’innalzare in una sola notte
sollevava il mento
al cielo.
Adesso s’annebbia
s’inchina nel cantiere dei nostri edifici comuni tra calce e vento,
smotta d’insonnia e fatica,
mentre domani marcia cupido sopra i nostri capelli.
di progetto in progetto,
identico
riflesso di specchio cieco.
Sei più veloce dei giorni in cui siamo stati felici.
Più veloce della curvatura di un tramonto
Più veloce dell’assenza che il giorno incarta.
Per questo punto la sveglia:
è arrivar prima del sole e non vederti che piangi
l’unico sogno che voglio sognare.

Elisabetta Liguori

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