domenica 7 maggio 2017

Sia lode alle stelle che implodono. Una nuova libertà s'apre in loro: elise dallo spazio, esonerate dal tempo esistono per sé, finalmente, non più in funzione di tutto il resto - forse solo loro possono essere sicure d'esserci veramente. «Buchi neri» è un soprannome denigratorio, dettato dall'invidia: sono tutto il contrario di buchi, non c'è nulla di più pieno e pesante e denso e compatto, con un'ostinazione nel reggere la gravità che portano in sé, come stringendo i pugni, serrando i denti, inarcando la gobba.
Solo a queste condizioni ci si salva dal dissolversi nell'espansività traboccante, nelle girandole delle effusioni, dell'estroversione esclamativa, delle effervescenze e escandescenze. Solo così si penetra in uno spazio-tempo in cui l'implicito, l'inespresso non perdono la propria forza, in cui la pregnanza di significati non si diluisce, in cui il riserbo, la presa di distanza moltiplicano l'efficacia
d'ogni atto.


Italo Calvino, Ti con zero

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