mercoledì 26 aprile 2017

si è stati giovani molto meno della gioventù, forse toccherà aspettare una specie di fanciullesca vecchiaia, sempre che così arrivi.

*

sentirsi soli per qualcuno e quindi solissimi.
a volte tento di proteggere T., ma è un gattino inselvatichito.
non seguo le regole per far durare le rose, il basilico qui muore più volte, la magnolia miracolosa non ce l'ha fatta a fiorire, la pioggia mi fa sempre il battesimo.
come starà il mio melograno in vaso?
non posso andarmene senza i libri che sono il mio corpo, non posso andarmene senza le mie piante che sono il mio unico bosco.
sul niente c'era modo di capirsi, ma quando è il troppo di tutti, perdo il cifrario. nelle taciturne sconfitte, parla l'animo umano.
l'ho ricordato nell'orto, dritto, appoggiato alla vanga, assorto forse sul da farsi appena dopo o poco dopo, mai se lasciare il suo lavoro.
in inverno andava a parlare con la terra.
non gli ho mai detto quanto tempo restavo dietro al vetro a guardalo.
vidi e vissi subito i loro occhi feroci, i loro volti con i muscoli bloccati, domati, qualsiasi cosa dicessero non cambiava mai il loro sguardo, come fossero tagliati in due o un unico essere meccanico, lucidissimo, con molte parti taglienti che accecavano.

*

punto.

4 commenti:

  1. un carnevale di anime (mi sa che c'era persino Godzilla)

    https://www.youtube.com/watch?v=ReLllNkqcxw

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  2. Si, ma nel senso del disvelamento (qualcosa tipo la sensazione che devono provare coloro a cui tolgono la benda dopo un operazione a una cattaratta brutta brutta ma presa in tempo)

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  3. troppa luce tutta in una volta, come fissare l'eclissi, ho capito. credo.

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